Dr. Carlo De Conciliis
Articolo pubblicato su Il Giornale il 19/12/2017
Scarica in formato PDFIl Centro Oculistico Quattroelle è nuovamente operativo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza necessarie.
Il Personale Medico e di Assistenza è provvisto di adeguati dispositivi di protezione personale e procede regolarmente con la disinfezione di tutto il materiale diagnostico prima e dopo ogni visita.
Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.
Al Centro Quattroelle di Milano si esegue l’esame di endoscopia lacrimale, che permette di diagnosticare e talvolta anche di correggere le cause che portano all’ostruzione delle vie lacrimali.
L’ostruzione delle vie lacrimali, parziale o totale, è una patologia frequente e particolarmente fastidiosa, che interessa pazienti di ogni età, dal neonato, per ragioni malformative congenite, all’adulto-anziano, per una cicatrizzazione da cause acquisite di varia natura (infettive, infiammatorie, traumatiche, tumorali, ma prevalentemente idiopatiche, cioè sconosciute).
L’endoscopia delle vie lacrimali viene eseguita in sala operatoria, con una piccola anestesia locale. Dopo la gentile dilatazione del puntino, si introduce la sonda che contiene la fibra ottica. Durante l’esame, per ottenere una buona visualizzazione del campo esplorato, si effettua una irrigazione della via lacrimale con soluzione salina fisiologica che passa poi nelle cavità nasali ed in gola.
La fisiologica produzione delle lacrime avviene tramite un sistema finemente regolato da fattori nervosi ed ormonali, incaricato di proteggere cornea e congiuntiva, mantenendone la corretta idratazione e trasparenza e veicolando ossigeno, cellule immunitarie, anticorpi, mediatori chimici. L’ammiccamento, ossia la regolare chiusura ritmica e involontaria, da 10 a 30 volte al minuto (in media ogni 3 secondi circa), delle palpebre, avvia un flusso che distribuisce sulla superficie oculare le lacrime prodotte dalle ghiandole lacrimali, convogliandole poi all’angolo interno delle palpebre (il lago lacrimale), dove i puntini lacrimali, piccoli orifici beanti situati sul bordo delle palpebre, pescano grazie a meccanismi coordinati di capillarità, movimento palpebrale (teoria della “pompa”), gravità e aspirazione, con pressione negativa dalla parte del naso. Il drenaggio si dirige dapprima in una dilatazione seguita da un condotto più stretto (rispettivamente il sacco ed il dotto naso-lacrimale), quindi in gola (per questo motivo si sente il “sapore” dei colliri e il naso “cola” quando si piange tanto).
Tale percorso “idraulico” impiega circa 20 minuti a sostituire completamente la quantità di lacrima presente nell’occhio e farla arrivare nelle fosse nasali. L’epifora, cioè il continuo scolo esterno di lacrime all’angolo nasale della rima palpebrale, è la conseguente manifestazione clinica, più o meno associata a fenomeni infiammatori della congiuntiva secondari al ristagno, della pelle perioculare (eczema), ad infezione del sacco lacrimale con secrezioni muco-purulente, tumefazione e dolenzia (dacriocistite, mucocele, ascesso), più raramente estensione all’emivolto, con possibili gravi complicanze.
Al Centro Quattroelle di Milano per studiare le vie lacrimali, oltre ai consueti test eseguibili in studio, come le colorazioni con fluoresceina del film lacrimale e lo studio della velocità di scomparsa del colorante dal lago lacrimale, l’irrigazione con soluzione fisiologica per stabilire la pervietà o meno delle vie stesse (il paziente sente l’acqua arrivargli in gola), è possibile diagnosticare la causa ed il livello dell’ostruzione lacrimale con una procedura più moderna, ossia l’endoscopia delle vie lacrimali, che permette di andare a visualizzare l’interno delle vie, con microscopiche sonde con fibre ottiche, evitando il ricorso alle metodiche radiologiche (la dacriocistografia, lastra ai raggi X con mezzo di contrasto iniettato nei canalini, la dacrioscintigrafia e la dacrio-TC).
La diagnosi dell’entità e del livello di una eventuale ostruzione ha un ruolo fondamentale d’indirizzo alla chirurgia, deve cioè distinguere: l’epifora dall’ iperlacrimazione riflessa, secondaria a condizioni con stimolo irritativo sulla superficie oculare come infiammazioni varie (blefariti, congiuntiviti, cheratiti), le malposizioni palpebrali con rotazione del bordo palpebrale verso l’esterno (ectropion) o l’interno (entropion), ciglia che crescono ruotate verso la cornea (trichiasi); paralisi della dinamica palpebrale con deficit di chiusura (lagoftalmo) etc. Nelle stenosi alte, a carico dei puntini e canalicoli lacrimali, il trattamento chirurgico è gravato da difficoltà tecniche e percentuali di fallimento variabili; nelle ostruzioni basse, del sacco e del dotto naso-lacrimale,cinvece presentano ottime possibilità di successo chirurgico con le classiche procedure di by-pass e ricostruzione delle vie lacrimali (dacrio-cisto-rinostomia dall’esterno oppure per via endonasale) che collegano la mucosa del sacco lacrimale con quella della cavità nasale.
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