Il Centro Oculistico Quattroelle è nuovamente operativo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza necessarie.
Il Personale Medico e di Assistenza è provvisto di adeguati dispositivi di protezione personale e procede regolarmente con la disinfezione di tutto il materiale diagnostico prima e dopo ogni visita.
Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.
Non esiste una terapia medica (in collirio o in pastiglie) efficace nella cura della cataratta. L’unica possibilità di ripristinare la trasparenza dei diottri oculari è l’asportazione chirurgica del cristallino catarattoso e la sostituzione della sua funzione con l’impianto di una lente intraoculare (IOL), a prescindere dalla tipologia clinica.
La tecnica utilizzata universalmente per l’intervento alla cataratta si chiama facoemulsificazione. In pochi minuti, con una sonda ad ultrasuoni inserita attraverso una mini-incisione che non richiede sutura (Figura 1a), il cristallino opaco viene emulsificato e aspirato.
Al posto del cristallino, si inserisce una lente intraoculare (IOL) progettata su misura per ogni singolo occhio. In questo modo si coglie l’opportunità di correggere contemporaneamente i difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo) associati alla cataratta.
Anche la presbiopia può essere corretta con una IOL multifocale (Figura 1b), da poco disponibile anche nella variante torica (correttiva dell’astigmatismo), che consente la completa indipendenza dall’occhiale anche in età avanzata, ammesso che le altre componenti del sistema (retina, nervo ottico, centri visivi del cervello) funzionino adeguatamente.
Figura 1. Schema di sonda per la facoemulsificazione mentre aspira un pezzo di cristallino catarattoso (a) e una IOL multifocale di ultima generazione (b)
Nel nostro centro oculistico, da oltre 10 anni, l’intervento alla cataratta con facoemulsificazione viene praticata senza ricovero, in anestesia topica (senza punture, ma soltanto mediante l’uso di colliri). L’intervento dura in media 7 minuti e il paziente, con l’occhio operato protetto soltanto da un occhiale da sole, torna immediatamente a casa. In pochi giorni ritornerà alle normali occupazioni quotidiane, senza limiti.
L’intervento di facoemulsificazione non rimuove il cristallino in toto, come si faceva una volta, ma ne conserva l’involucro capsulare, creando una specie di busta (il ‘sacco’ capsulare) in cui viene alloggiato il cristallino artificiale. Tranne casi rarissimi, in cui un difetto del materiale plastico ne aveva provocato l’opacizzazione a distanza, la lente intraoculare è destinata a restare trasparente per sempre. Il sacco capsulare, per contro, va soggetto alle leggi dell’età, e tende ad opacizzarsi, anche se con tempi e modalità poco prevedibili. La visione torna a velarsi, compare la cosiddetta cataratta secondaria.
L’operazione della cataratta secondaria si effettua con un raggio laser (lo YAG laser) che in circa 30 secondi, seduti nella solita poltrona di visita e senza il minimo disturbo, apre la capsula posteriore al centro, in corrispondenza dell’apertura pupillare (Figura 2), rispettandone l’integrità alla periferia, dove le parti stabilizzatrici della IOL, le anse o apte, si agganciano.
Effettua una visita oculistica di controllo per il Centro Quattroelle per una diagnosi approfondita.
Figura 2. “Pulizia” dell’opacità capsulare posteriore mediante YAG laser (capsulotomia laser)
Insieme alla visita oculistica di routine (visus, pressione intraoculare, esplorazione del fondo), per una diagnosi della cataratta occorre effettuare una serie di esami preliminari:
– la retinografia e l’OCT della macula e dello strato delle fibre ottiche documentano il buono stato di salute della retina e del nervo ottico, strutture “nobili” del sistema visivo. In caso di patologie, occorre dare priorità alla cura di tali alterazioni, e poi procedere con la rimozione della cataratta;
– la microscopia confocale studia la robustezza della cornea attraverso la conta della densità e della morfologia delle cellule endoteliali (figura 3), delicato strato interno che potrebbe risentire in maniera irreversibile del trauma chirurgico, richiedendo la necessità di un trapianto di cornea;
Figura 3. Aspetto a mosaico dell’endotelio corneale normale visualizzato in microscopia confocale
– la biometria ottica (IOLMASTER) o a ultrasuoni (ecografia A-scan e B-scan) misura i comparti ottici oculari , le distanze focali e decide il potere diottrico della lente intraoculare;– gli esami del sangue di routine e l’elettrocardiogramma hanno lo scopo di sincerarsi che il soggetto da operare sia in buone condizioni di salute
La cataratta è un processo che porta alla perdita di trasparenza e alla progressiva opacizzazione del cristallino, la lente naturale, interna dell’occhio. (Figura 1).
Figura 1. Segmento anteriore oculare con cristallino trasparente dietro il diaframma irideo. Schema (a) e immagine istologica da sezione trasversale di occhio di cadavere (b)
La causa principale della cataratta è l’invecchiamento, per cui si può dire che si tratta di un fenomeno universale e democratico; sembra inevitabile per tutte le persone che hanno la fortuna di invecchiare.
Non fa distinzione di razza, sesso o ceto sociale, dato che l’origine della cataratta è quasi sempre senile (su base statistica, interessa più dell’80% delle persone che hanno superato i 60 anni, sebbene fattori ereditari, patologie congenite o sistemiche che richiedono l’uso cronico di farmaci possano favorirne lo sviluppo anche in età giovanile).
Quasi sempre bilaterale, questa patologia si manifesta con la progressiva riduzione della qualità dell’immagine percepita.
I sintomi della cataratta più diffusi sono:
A questi sintomi della cataratta comunemente riferiti bisogna aggiungere poi i crescenti disagi a svolgere le normali occupazioni quotidiane.
Figura 2. Schema di occhio con ingiallimento del cristallino (cataratta nucleare) (a) e conseguente annebbiamento diffuso della visione (b)