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Corioretinopatia Sierosa

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Come si cura la Corioretinopatia Sierosa?

Numerosi studi hanno riportato effetti benefici della fotocoagulazione laser nel trattamento della Corioretinopatia Sierosa Centrale. La maggior evidenza è che la fotocoagulazione diretta del punto di perdita a livello dell’epitelio pigmentato retinico possa abbreviare la fase acuta della malattia.

Quando usare il trattamento laser con la Corioretinopatia Sierosa Centrale

Considerando la buona prognosi che la malattia ha in gran parte dei pazienti, il trattamento laser dovrebbe essere riservato ai seguenti casi dove si dimostri:

  • persistenza di distacco maculare dopo 2 mesi;
  • progressivo peggioramento visivo;
  • leakage extrafoveale (almeno 300 µm dal centro maculare), ossia perdita di colorante non centrale all’esame angiografico;
  • tendenza alla recidiva;
  • particolare gravità della malattia.

È stato osservato che in caso di più punti di perdita all’interno di un unico distacco sieroso il trattamento delle lesioni lontane dalla fovea può indurre la regressione anche di eventuali leakage foveali o prossimi alla fovea.

I limiti della fotocoagulazione laser e le alternative

La fotocoagulazione laser ha dei limiti nelle forme croniche in cui il fluido proviene da zone mal definite di scompenso dell’epitelio pigmentato. L’applicazione di spot laser “a griglia” o confluenti in tali aree è spesso inefficace.

In queste forme può trovare applicazione la terapia fotodinamica (PDT) a bassa fluenza ed eventualmente la terapia mediante iniezioni intravitreali con farmaci antiangiogenesi, qualora si complicasse con una neo vascolarizzazione coroideale.

Recenti studi hanno messo in evidenza la potenziale efficacia sia dell’eplerenone che dello spironolattone nei pazienti con CSC, mostrando promettenti risultati in termini di acuità visiva e di riduzione dello spessore maculare centrale legato alla riduzione del fluido sottoretinico valutato con l’OCT. Effetti collaterali correlati alla terapia possono un incremento della potassemia plasmatica (> 5.5 mEq/L) o una riduzione del volume del filtrato glomerulare (<60 mL/min), situazioni per cui viene immediatamente interrotto

Ciascun caso di corioretinopatia sierosa centrale deve essere affrontato in modo estremamente personalizzato e a ciascun caso offerta una modalità terapeutica riservata e individuale che possa aggiornarsi o cambiare nel corso del tempo.

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I sintomi della Corioretinopatia Sierosa Centrale

Alla fluorangiografia (Figura 3b) è tipico il rilievo di uno o più punti che perdono siero (leakage focale o multifocale) a livello dell’epitelio pigmentato retinico. Lesioni recenti danno una caratteristica diffusione del colorante “a pennacchio” (o ombrello) nelle fasi tardive dell’esame.

All’esame tomografico (OCT), è ben evidente la separazione tra lo strato neuroepiteliale e il sottostante epitelio pigmentato retinico (Figura 3c).

Sintomi corioretinopatia sierosa: visione appannata

Diagnosi corioretinopatia sierosa

Figura 3. Aspetto tipico in oftalmoscopia (a) alla fluorangiografia, a “fumo di ciminiera” (b) e all’OCT (c), che mostra la separazione della retina neurosensoriale da parte di una bolla di liquido con le alterazioni dell’epitelio pigmentato retinico.

La malattia al primo episodio si risolve in genere spontaneamente in 3-4 mesi con un eccellente recupero funzionale. Nel 45-50% dei casi, si ha la tendenza alla recidiva e la malattia può diventare cronica per il formarsi di aree di persistente scompenso dell’epitelio pigmentato retinico (Figura 4). L’ipertensione sistemica sembra essere un fattore favorente la cronicizzazione.

Recidiva corioretinopatia sierosa

Figura 4. Aree di scompenso dell’epitelio pigmentato retinico, esaminate in autofluorescenza.

Nei casi di Corioretinopatia Sierosa Centrale cronica si possono osservare aree più o meno estese di atrofia dell’epitelio pigmentato retinico e, nelle forme più avanzate, di degenerazione maculare cistoide, essudazione lipidica, fibrosi sottoretinica e neovascolarizzazione coroideale.

Le alterazioni del neuroepitelio e dell’epitelio pigmentato maculare si traducono in danni gravi ed irreversibili della visione centrale con persistente alterazione dei colori e percezione di scotoma relativo. I pazienti con recidive multiple, distacchi persistenti e diffuso interessamento dell’epitelio pigmentato retinico sono a più alto rischio di compromissione visiva grave.

 

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Cos’è la Corioretinopatia Sierosa Centrale?

La Corioretinopatia Sierosa Centrale (CRSC) è una malattia oculare caratterizzata da un distacco della retina sensoriale per via di un accumulo di liquido sieroso idiopatico (senza cause note). Si tratta di un meccanismo molto simile a quello di produzione delle vesciche cutanee, in cui si ha una raccolta di liquido tra due porzioni anatomiche distinte (Figura 1).

Fluido nella vescica. Corioretinopatia sierosa

Figura 1. Fluido (raccolta di siero) in una vescicola della pelle (a) e tra retina e epitelio pigmentato (b).

I soggetti a rischio della Corioretinopatia Sierosa Centrale

I principali soggetti a rischio della Corioretinopatia Sierosa Centrale sono:

  • persone di sesso maschile (circa 85% dei casi)
  • soggetti fra i 25 e i 50 anni
  • persone con personalità e tipologie comportamentali particolarmente attive
  • soggetti esposti di continuo a fonti di stress

Altri fattori di rischio della Corioretinopatia Sierosa Centrale sono le condizioni che comportano un aumento del cortisone nel sangue come:

  • la gravidanza
  • la sindrome di Cushing
  • le malattie che richiedono l’assunzione di corticosteroidi a scopo terapeutico come varie malattie reumatologiche (tipo il lupus eritematoso sistemico)
  • l’emodialisi
  • il trapianto di organi
  • condizioni elettive come ad esempio nei culturisti “dopati”

Studi recenti hanno evidenziato la frequente presenza di Helicobacter pilori (il batterio dell’ulcera gastroduodenale) nei soggetti affetti da Corioretinopatia Sierosa Centrale.

I sintomi della Corioretinopatia Sierosa Centrale

L’esordio della Corioretinopatia Sierosa Centrale è solitamente subdolo e non è semplice notarlo. In genere interessa un solo occhio, anche se nell’occhio controlaterale si possono riscontrare lesioni non centrali (extrafoveali) senza sintomi degni di nota.

I tipici sintomi della Corioretinopatia Sierosa Centrale sono:

  • visione appannata, più scura, con i colori sbiaditi
  • presenza di chiazza grigia centrale (scotoma centrale relativo)
  • deformazione (metamorfopsia)

L’acutezza visiva raramente raggiunge valori inferiori ai 5/10 e migliora solo con lenti positive. All’esame del fondo dell’occhio si osserva tipicamente una “bolla” di sollevamento sieroso della retina neurosensoriale, localizzata al centro della retina (regione maculare).

 

 

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    Domande Frequenti

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    A che età è utile fare la prima visita ai bambini?

    L’età giusta è tra i 3 e i 4 anni. Oggi abbiamo a disposizione strumenti in grado di rilevare difetti di refrazione in modo oggettivo, anche prima dell’età scolare, quando il bimbo sarà in grado di collaborare e dare risposte soggettive utili a identificare la giusta refrazione. Se i genitori, o i famigliari stretti del […]

    In cosa consiste la visita oculistica e quanto dura?

    La visita prevede una fase preliminare in cui personale specializzato (ortottisti, optometristi) raccoglie dati e informazioni con strumenti dedicati, utili al medico oculista per la valutazione conclusiva. La tempistica della visita completa non è assolutamente programmabile in maniera standardizzata e può durare anche un paio d’ore, soprattutto per valutazioni chirurgiche, ove a seconda della patologia, […]

    È sempre necessaria la dilatazione della pupilla durante la visita?

    La dilatazione farmacologica della pupilla serve per controllare in maniera più accurata la parte periferica della retina dell’occhio. Da tenere presente che un esame del fondo dell’occhio senza dilatazione è sempre considerato parziale e non completo. Ad oggi esistono apparecchiature (OPTOS) in grado di fotografare il fondo dell’occhio in maniera accurata e senza dilatare farmacologicamente […]

    Quanto dura l’effetto delle gocce per cicloplegia (dilatazione pupilla)?

    L’effetto delle gocce ha una durata diversa a seconda del collirio impiegato, della reattività individuale, dell’età e del difetto visivo (da un minimo di 3-4 ore, ad un massimo, in rari casi, di 24-48 ore).

    Può essere pericoloso utilizzare le gocce per la dilatazione della pupilla in caso di gravidanza o allattamento?

    In generale i colliri che si utilizzano per dilatare la pupilla sono topici, ma potrebbero entrare in circolo e raggiungere anche il feto. Di solito dopo la 20 esima settimana di gestazione non ci sono rischi per il feto, ma ogni singolo caso viene sempre valutato dall’oculista prima di somministrare qualsiasi tipo di collirio o […]

    È importante togliere le lenti a contatto prima della visita?

    L’azione delle lenti a contatto può alterare la forma della cornea, variandone i parametri e di conseguenza la refrazione del paziente, in maniera più o meno incisiva a seconda del tipo di lenti (morbide, rigide o semirigide).  In base alla motivazione per cui viene richiesta la visita oculistica viene indicato la sospensione di circa 2-3 […]