Il Centro Oculistico Quattroelle è nuovamente operativo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza necessarie.
Il Personale Medico e di Assistenza è provvisto di adeguati dispositivi di protezione personale e procede regolarmente con la disinfezione di tutto il materiale diagnostico prima e dopo ogni visita.
Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.
La cura del blefarospasmo è incentrata sulla somministrazione periodica di tossina botulinica A (Botox®). Si tratta di una proteina con azione neurotossica prodotta dal batterio Clostridium Botulinumche, in grado di bloccare la trasmissione degli impulsi alle terminazioni nervose del muscolo, facendo così cessare lo spasmo.
Lo stesso effetto di paralisi flaccida viene utilizzato in medicina estetica (il farmaco viene commercialmente chiamato Vistabex® o Botox cosmetic®) per ridurre la contrazione dei muscoli che causano le rughe tra le sopracciglia e le “zampe di gallina” perioculari e in neurologia per trattare le cefalee muscolo-tensive.
Un ago sottilissimo inietta una decina di dosi minime di tossina all’interno dell’orbicolare, nello spessore delle palpebre superiori e inferiori, sopra il sopracciglio (muscolo frontale), più raramente di lato all’occhio, sopra lo zigomo (Figura 2).
La cura del blefarospasmo tramite iniezione di tossina botulinica presenta numerosi vantaggi per il paziente:
Il trattamento va ripetuto regolarmente, pena la graduale ma inevitabile perdita dei benefici con ritorno alla condizione di partenza.
Il buon risultato della cura del blefarospasmo tramite iniezione di Botox dipende molto dalla bravura del medico. L’equipe medica del Centro Oculistico Quattroelle di Milano dedica al paziente tutta l’attenzione necessaria, valutando caso per caso l’andamento della terapia.
Come prima fase si parte con una dose di 5-10 unità per iniezione e poi si valuta la risposta, in genere con dosaggi progressivamente crescenti.
In questo modo il rischio di tossicità del Botox è inesistente e ci si protegge dai fastidiosi effetti indesiderati quali l’abbassamento della palpebra, la visione doppia, la lacrimazione eccessiva secondaria all’incompleta chiusura della palpebra (lagoftalmo) e/o all’eversione in dentro o in fuori del margine palpebrale (entropion, ectropion). Tutti fenomeni reversibili (durano al massimo 3-4 settimane) ma comunque spiacevoli.
Figura 2. Sedi di iniezione della tossina botulinica nel trattamento del blefarospasmo. I cerchi neri indicano i punti più frequentemente utilizzati.
Recentemente è stato immesso sul mercato un nuovo prodotto a base di tossina botulinica B, il NeuroBloc®, da dosare diversamente (un’unità di Botox corrisponde a circa 40-50 unità di NeuroBloc) e da utilizzare in quei casi in cui le iniezioni del tipo A si sono rivelate poco efficaci o hanno mostrato una riduzione progressiva dell’effetto, verosimilmente per la formazione di anticorpi contro la tossina.
La chirurgia (l’indebolimento della muscolatura attraverso la resezione di parte dell’orbicolare, miectomia) è l’ultima spiaggia, da riservare ai casi con prolungata, severa occlusione spastica delle palpebre, che non risponde alle terapie testé descritte.
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Il blefarospasmo è una distonia focale, ovvero uno (spasmo), involontaria e non controllata, localizzata al muscolo orbicolare, responsabile della chiusura della rima palpebrale (Figura 1).
I sintomi del blefarospasmo sono chiaramente visibili dai tic, più o meno frequenti, localizzati al muscolo orbicolare.
Il ripetersi di continuo di questi ammiccamenti può provocare gradi variabili d’irritazione oculare, del tutto simili agli occhi arrossati delle cherato-congiuntiviti croniche.
La luce intensa, la guida notturna e l’affaticamento o stress emotivi, peggiorano la situazione, ma i loro effetti scompaiono dopo una buona dormita.
Al contrario si possono presentare situazioni dolorose o disabilitanti, in cui il blefarospasmo si estende al di fuori delle note situazioni scatenanti. In questo caso il disturbo arriva a impedire per parecchie ore l’esecuzione delle normali attività quotidiane.
Le cause del blefarospasmo sono poco conosciute e in genere benigne (gli occhi sono sani). Probabilmente la causa è legata all’ipereccitazione dei gangli basali (strutture nervose situate alla base del cervello e incaricate di coordinare i movimenti).
Talora si individua una familiarità o l’associazione con malattie organiche, ad esempio nei casi secondari a trauma (meccanico, chimico o termico), quelli che si associano a blefariti, trichiasi, occhio secco, oppure a sclerosi multipla, paralisi cerebrale, sindrome di La Tourette.
Quando il blefarospasmo monolaterale si associa allo spasmo emifaciale, con movimenti incontrollati del viso e del collo secondari all’irritazione del 7° nervo cranico, si può temere un’eziologia tumorale. Conviene quindi eseguire una risonanza magnetica del cervello. Comunque il più delle volte basta limitare il consumo dei caffè quotidiani o di altri stimolanti del sistema nervoso centrale (ad esempio le droghe cosiddette “leggere”).
In questi casi il ricorso a blandi sedativi (benzodiazepine come il Valium®) può giovare, anche se occorre tener presente che taluni farmaci utilizzati in neuropsichiatria (antipsicotici e anti-Parkinson in particolare) possono addirittura provocare, se non aggravare il blefarospasmo.
Nella sindrome di Meige (distonia oro-mandibolare), il blefarospasmo è accompagnato da forme distoniche della bocca, con smorfie di apertura e chiusura della mandibola, protrusione della lingua, difficoltà alla deglutizione e alla parola.
Figura 1. Blefarospasmo essenziale durante la crisi (a) e un attimo dopo la cessazione della contrazione.