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Pemfigoide Oculare

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Cura del pemfigoide oculare

Nello stadio 1 si deve effettuare solo terapia locale, meticolosamente condotta per controllare l’infiammazione oculare, adottando il ricorso a colliri umettanti (lacrime artificiali, collirio di autosiero) o antiinfiammatori più o meno intensi (colliri cortisonici, ciclosporina), tutti rigorosamente senza conservanti, e alle misure di igiene palpebrale per la blefarite.

Nelle fasi attive e con segni chiari di progressione, è essenziale per la cura del pemfigoide oculare una terapia immunosoppressiva sistemica. Per l’impostazione della terapia occorre una precisa valutazione delle manifestazioni non oculari, presenti nel 50% dei casi, come le lesioni della cute (vesciche ricorrenti, più o meno grandi, che non si rompono facilmente, a carico di braccia, interno cosce, inguine, testa e collo, pruriginose, che esitano in chiazze atrofiche), le localizzazioni alle mucose del naso e della bocca (dolori, piaghe, gengivite, perdita di denti, Figura 1), il coinvolgimento di ano, vagina e uretra (che può portare a stenosi spiacevoli e mal correggibili degli orifizi genito-urinari), la localizzazione a carico dell’esofago, che può provocare la morte per asfissia dovuta all’intrappolamento di materiale alimentare nelle zone di restringimento.

Gengivite pemfigoide oculare

Figura 1. Tipiche bolle cutanee; gengivite con erosioni ed esposizione dei colletti dentari;

Negli stadi 2-4, la scelta, l’associazione ed il dosaggio dei farmaci sistemici (cortisone e/o immunosoppressori di vecchia e nuova generazione) sono tarati in base alla severità clinica della malattia in stretta collaborazione con il reumatologo, l’immunologo o il dermatologo esperto. Data l’età anziana del paziente medio, spesso già in trattamento con vari farmaci, vanno considerati i rischi del cortisone di alterare il metabolismo glucidico e di influenzare pressione arteriosa e tenore calcico delle ossa.

Pertanto, quando non c’è adeguata risposta clinica o insorgono effetti secondari, si può optare per una cura del pemfigoide oculare con bassi dosaggi di steroidi associati ad antibiotici (tetracicline, in genere combinate alle vitamine del gruppo B) o ad immunosoppressori (methotrexate, azatioprina, micofenolato), fino alle nuove terapie come le immunoglobuline endovenose gli anticorpi monoclonali (infliximab).

Uno dei farmaci più utilizzati dai dermatologi è il dapsone, antibatterico-antimetabolita con effetti antinfiammatori e immuno-modulanti non ben compresi. Purtroppo non esistono indicatori di attività né metodi standardizzati per individuare la progressione (qualcuno usa uno speciale righello per misurare la profondità dei fornici congiuntivali), che può avvenire anche in assenza di infiammazione clinicamente rilevabile, anche se si spera che a breve la disponibilità di biomarker plasmatici come le citochine e l’interleuchina-1 possano colmare il vuoto.

La terapia chirurgica, a parte la rimozione periodica e/o la fotodistruzione dei follicoli delle ciglia che crescono in maniera aberrante, per prevenire i danni da sfregamento alla superficie oculare, è un’extrema ratio complicata e deludente, dati i pessimi risultati che seguono a trapianti corneali e plastiche congiuntivali.

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    Domande Frequenti

    Quali sono le differenze tra il centro di Milano e quello di Nizza Monferrato?

    I nostri Centri dispongono egualmente di strumentazione all’avanguardia. L’ambulatorio di Milano è attivo dal lunedì al venerdì; quello di Nizza Monferrato il sabato. La chirurgia viene effettuata unicamente nella sede di Milano.

    Come accedere al Centro oculistico

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    A che età è utile fare la prima visita ai bambini?

    L’età giusta è tra i 3 e i 4 anni. Oggi abbiamo a disposizione strumenti in grado di rilevare difetti di refrazione in modo oggettivo, anche prima dell’età scolare, quando il bimbo sarà in grado di collaborare e dare risposte soggettive utili a identificare la giusta refrazione. Se i genitori, o i famigliari stretti del […]

    In cosa consiste la visita oculistica e quanto dura?

    La visita prevede una fase preliminare in cui personale specializzato (ortottisti, optometristi) raccoglie dati e informazioni con strumenti dedicati, utili al medico oculista per la valutazione conclusiva. La tempistica della visita completa non è assolutamente programmabile in maniera standardizzata e può durare anche un paio d’ore, soprattutto per valutazioni chirurgiche, ove a seconda della patologia, […]

    È sempre necessaria la dilatazione della pupilla durante la visita?

    La dilatazione farmacologica della pupilla serve per controllare in maniera più accurata la parte periferica della retina dell’occhio. Da tenere presente che un esame del fondo dell’occhio senza dilatazione è sempre considerato parziale e non completo. Ad oggi esistono apparecchiature (OPTOS) in grado di fotografare il fondo dell’occhio in maniera accurata e senza dilatare farmacologicamente […]

    Quanto dura l’effetto delle gocce per cicloplegia (dilatazione pupilla)?

    L’effetto delle gocce ha una durata diversa a seconda del collirio impiegato, della reattività individuale, dell’età e del difetto visivo (da un minimo di 3-4 ore, ad un massimo, in rari casi, di 24-48 ore).

    Può essere pericoloso utilizzare le gocce per la dilatazione della pupilla in caso di gravidanza o allattamento?

    In generale i colliri che si utilizzano per dilatare la pupilla sono topici, ma potrebbero entrare in circolo e raggiungere anche il feto. Di solito dopo la 20 esima settimana di gestazione non ci sono rischi per il feto, ma ogni singolo caso viene sempre valutato dall’oculista prima di somministrare qualsiasi tipo di collirio o […]

    È importante togliere le lenti a contatto prima della visita?

    L’azione delle lenti a contatto può alterare la forma della cornea, variandone i parametri e di conseguenza la refrazione del paziente, in maniera più o meno incisiva a seconda del tipo di lenti (morbide, rigide o semirigide).  In base alla motivazione per cui viene richiesta la visita oculistica viene indicato la sospensione di circa 2-3 […]