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Basalioma della palpebra (carcinoma basocellulare)

Che cos’è il basalioma della palpebra (carcinoma basocellulare)?

Il basalioma della palpebra (carcinoma basocellulare) è una forma di tumore maligno della cute. È più frequente nella palpebra inferiore ed al canto interno.

Il basalioma della palpebra ha l’aspetto di noduli duri al tatto, biancastri, che possono anche perdere sangue (tendono ad ulcerarsi quando crescono), deformano i tessuti e possono determinare la caduta delle ciglia (Figura 7 a, b) .

 

Figura 7. Basalioma con ulcerazione e perdita di ciglia (a, b) e spinalioma (c) della palpebra inferiore.

 

L’evoluzione tumorale del basalioma è estremamente lenta, copre un arco lungo mesi. Sebbene non metastatizzi quasi mai, ha una malignità locale perché distrugge tutto quello che infiltra crescendo.

Qual è la causa del basalioma della palpebra (carcinoma basocellulare)?

La causa del basalioma della palpebra è la prolungata esposizione ai raggi UV, sia quelli del sole sia quelli di lettini e lampade abbronzanti.

Pelle e occhi chiari sono i fattori di rischio maggiori, come una prolungata esposizione al sole nei primi 20-30 anni di vita.

Come si fa la diagnosi del basalioma della palpebra (carcinoma basocellulare)?

La diagnosi è clinica, l’osservazione diretta con ingrandimento, è spesso in grado di stabilire la natura di una neoformazione cutanea palpebrale.

Occasionalmente, in caso di dubbi, può essere fatta una piccola biopsia con esame istologico per confermare la diagnosi prima di procedere con interventi più complessi.

Come si cura il basalioma della palpebra (carcinoma basocellulare)?

Una volta stabilita la diagnosi la cura è solamente chirurgica. L’asportazione del basalioma deve essere radicale, completa, pena la recidiva e l’estensione della stessa.

Per questo motivo, soprattutto a livello della palpebra, durante l’asportazione bisogna che ci sia anche la conferma istologica della sua asportazione completa. Questa viene ottenuta mediante l’esame dei margini al congelatore o con altre tecniche che prevedono una ricostruzione successiva. Agire per tempo, prima che il tumore si espanda, è fondamentale.

L’asportazione in sé del carcinoma basocellulare è un intervento di chirurgia palpebrale che può essere spesso gestito in anestesia locale, magari con sedazione, in base alla durata ed alle preferenze del paziente.

Una volta rimossa la lesione ed i suoi margini per il controllo istologico, bisogna procedere alla chiusura del difetto residuo. La ricostruzione è quindi parte integrale della chirurgia e segue subito l’accertamento della radicalità. Esistono moltissime tecniche ricostruttive per le palpebre che dipendono dalle dimensioni del difetto e dalla sua sede.

I difetti più piccoli possono essere chiusi direttamente, ma quelli più grandi richiedono l’utilizzo di lembi (tessuto ruotato da zone subito adiacenti) o innesti (tessuti prelevati da sedi distanti) per riformare una palpebra che possa muoversi e proteggere l’occhio in modo simile a quella originaria.
Occasionalmente è richiesto un ulteriore intervento chirurgico a distanza di alcune settimane per completare la ricostruzione.

In genere non è necessaria una degenza, se non qualche ora per smaltire la sedazione. Il postoperatorio non è doloroso ed i punti di sutura vengono rimossi dopo una settimana circa.

È poi necessario sottoporsi a controlli per i primi cinque anni per accertarsi che non si verifichino recidive dei carcinomi basocellulari.

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    Domande Frequenti

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    Come scegliere lo specialista?

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    In cosa consiste la visita oculistica e quanto dura?

    La visita prevede una fase preliminare in cui personale specializzato (ortottisti, optometristi) raccoglie dati e informazioni con strumenti dedicati, utili al medico oculista per la valutazione conclusiva. La tempistica della visita completa non è assolutamente programmabile in maniera standardizzata e può durare anche un paio d’ore, soprattutto per valutazioni chirurgiche, ove a seconda della patologia, […]

    È sempre necessaria la dilatazione della pupilla durante la visita?

    La dilatazione farmacologica della pupilla serve per controllare in maniera più accurata la parte periferica della retina dell’occhio. Da tenere presente che un esame del fondo dell’occhio senza dilatazione è sempre considerato parziale e non completo. Ad oggi esistono apparecchiature (OPTOS) in grado di fotografare il fondo dell’occhio in maniera accurata e senza dilatare farmacologicamente […]

    Quanto dura l’effetto delle gocce per cicloplegia (dilatazione pupilla)?

    L’effetto delle gocce ha una durata diversa a seconda del collirio impiegato, della reattività individuale, dell’età e del difetto visivo (da un minimo di 3-4 ore, ad un massimo, in rari casi, di 24-48 ore).

    Può essere pericoloso utilizzare le gocce per la dilatazione della pupilla in caso di gravidanza o allattamento?

    In generale i colliri che si utilizzano per dilatare la pupilla sono topici, ma potrebbero entrare in circolo e raggiungere anche il feto. Di solito dopo la 20 esima settimana di gestazione non ci sono rischi per il feto, ma ogni singolo caso viene sempre valutato dall’oculista prima di somministrare qualsiasi tipo di collirio o […]

    È importante togliere le lenti a contatto prima della visita?

    L’azione delle lenti a contatto può alterare la forma della cornea, variandone i parametri e di conseguenza la refrazione del paziente, in maniera più o meno incisiva a seconda del tipo di lenti (morbide, rigide o semirigide).  In base alla motivazione per cui viene richiesta la visita oculistica viene indicato la sospensione di circa 2-3 […]