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Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.

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Blefarite: sintomi, cause e cura

Sintomi della blefarite seborroica

Anche le componenti interne, ghiandolari, delle palpebre si infiammano frequentemente, manifestando quadri a carico del bordo vicino alla linea delle ciglia, dove sboccano i dotti escretori (Figura 2c).

Sono le blefariti (dal greco Bléfaron, palpebra e -ite, desinenza convenzionale che in medicina indica un processo infiammatorio). Il margine palpebrale si arrossa, gonfia, forma pustole, squame, crosticine, talora si ulcera alla base delle ciglia, che possono cadere (Figura 2 e,f), con sensazione di corpo estraneo, prurito, eccessiva lacrimazione e sensibilità alla luce. Di notte le secrezioni seccano e le palpebre si appiccicano.

Sintomi blefarite seborroica

Figura 2. Immagini all’infrarosso delle ghiandole di Meibomio (frecce rosse) (a, b) sul versante interno della palpebra inferiore eversa, con i punti di sbocco dei dotti dietro la linea delle ciglia (c), e in sezione (d), con il secreto lipidico colorato in giallo che si dispone come strato superficiale della lacrima. Blefarite iperemica: i bordi palpebrali appaiono arrossati ed edematosi (e); blefarite seborroica: la base del ciglio è intasata di crosticine che desquamano con un secreto secco od oleoso (f, sinistra)

La presenza di ulcere e di sanguinamento successivo alla rimozione delle crosticine distinguono le forme causate da un’infezione (in genere batteri come lo stafilococco, più raramente funghi) dalla blefariti seborroiche o non ulcerative, in cui le squame sono più oleose e le cause sono da ricercare in fattori di origine allergica, ambientale o costituzionale (i soggetti affetti hanno tipicamente seborrea cutanea, forfora del cuoio capelluto, talora condizioni dermatologiche come ad esempio l’acne rosacea).

Nelle forme infettive di blefarite si formano piccoli ascessi che coinvolgono i follicoli ciliari e le ghiandole di Meibomio (Figura 2 a,b), che si trovano all’interno della palpebra, con il compito di produrre la fase lipidica delle lacrime, che ne previene l’evaporazione.

Cause della blefarite

Tali ghiandole si possono intasare a causa di un secreto troppo denso o di bande cicatriziali fibrotiche che bloccano lo scarico. Ne deriva una secrezione squilibrata (MGD o Meibomian Gland Disfunction) con alterazioni del film lacrimale, disturbi tipici dell’occhio secco, prurito, bruciore, gonfiore e tensione delle palpebre, anche dolorosa che favoriscono il sovrapporsi di infezioni batteriche a carico della superficie oculare, che può partecipare al processo infiammatorio con disturbi collaterali (congiuntiviti, calazi, orzaioli), come tipicamente accade ad esempio nella rosacea oculare.

Nei casi più seri si possono verificare cheratiti, ulcerazioni e ascessi corneali con conseguenze potenzialmente gravi per la visione. Siccome in molti casi i segni e i sintomi sono sfumati, la blefarite può sfuggire all’indagine preliminare per indicare la chirurgia refrattiva (LASIK, PRK) con rischi talvolta seri nel postoperatorio. Tale chirurgia va effettuata soltanto una volta risolta l’infiammazione del bordo palpebrale.

Cura della blefarite seborroica

La cura della blefarite si presenta difficile, data la tendenza a ripetersi ciclicamente e a cronicizzare. Nel nostro centro oculistico indichiamo come cardine della cura il rispetto di talune norme igieniche locali e generali.

In buona parte dei casi, evitare di sfregarsi gli occhi e la corretta pulizia del bordo palpebrale e delle ciglia con impacchi di acqua calda salata (Figura 3), soluzione di bicarbonato di sodio (un cucchiaio da the in mezzo litro di acqua bollita) oppure con uno dei tanti prodotti detergenti ‘specifici’ presenti sul mercato permette, da sola, il controllo dell’infiammazione.

Cura blefarite seborroica

Figura 3. Dopo un’accurata igiene con prodotti specific, si procede alla fase di ipertermia, applicando compresse calde (a) per almeno 10 minuti, onde ammorbidire le croste e sciogliere i tappi oleosi che ostruiscono gli orifici ghiandolari. Quindi si procede con delicati massaggi (b) e accurate detersioni del margine palpebrale con cotton fiock (c) e baby shampoo. Alla fine si sciacqua con soluzione di lavaggio

Nelle forme ulcerative di blefarite si ricorre ad antibiotici locali (colliri e/o pomate di azitromicina) e sistemici (eritromicina e tetracicline), associati a ciclosporina e deboli cortisonici.

L’efficacia antinfiammatoria del cortisonico si associa ad un rischio significativo di complicanze gravi (cataratta, glaucoma) in caso di autoprescrizione senza il monitoraggio medico.

Un’adeguata igiene alimentare (evitare cibi che sovraccaricano fegato e intestino, usare integratori di acidi grassi essenziali omega-3) e uno stile di vita poco stressato sono particolarmente utili.

Nei casi, dolorosi, di elevata pressione intraduttale con ostruzione prossimale, l’incannulazione chirurgica con microsonde degli orifizi di sbocco delle ghiandole di Meibomio per sbloccarne il deflusso (procedura di Maskin) (Figura 4) ottiene risultati immediati e abbastanza duraturi (sovente va ripetuta).

Un nuovissimo, e costosissimo, dispositivo, il LipiFlow Thermal Pulsation System, oltre ad aiutare la diagnosi mediante visualizzazione interferometrica dell’attività ghiandolare, riscalda e massaggia le palpebre con una pressione controllata. La procedura ambulatoriale, in anestesia locale, dura circa 12 minuti.

Procedura di Maskin per cura blefarite seborroica

Figura 4. Procedura di Maskin. In anestesia locale, si penetrano gli orifici con le sonde rigide da 1 a 6 mm e si iniettano 0.05 cc di cortisone, quindi si risciacqua con abbondante soluzione salina

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    Domande Frequenti

    Quali sono le differenze tra il centro di Milano e quello di Nizza Monferrato?

    I nostri Centri dispongono egualmente di strumentazione all’avanguardia. L’ambulatorio di Milano è attivo dal lunedì al venerdì; quello di Nizza Monferrato il sabato. La chirurgia viene effettuata unicamente nella sede di Milano.

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    Come scegliere lo specialista?

    Nella sessione “equipe medica” trova l’elenco dei nostri oculisti, con il proprio campo di competenza specifica. In ogni caso, una prima visita oculistica generica può essere effettuata da uno qualsiasi dei nostri specialisti; consideri quindi anche la disponibilità, i giorni ed orari di visita a lei più congeniali.

    A che età è utile fare la prima visita ai bambini?

    L’età giusta è tra i 3 e i 4 anni. Oggi abbiamo a disposizione strumenti in grado di rilevare difetti di refrazione in modo oggettivo, anche prima dell’età scolare, quando il bimbo sarà in grado di collaborare e dare risposte soggettive utili a identificare la giusta refrazione. Se i genitori, o i famigliari stretti del […]

    In cosa consiste la visita oculistica e quanto dura?

    La visita prevede una fase preliminare in cui personale specializzato (ortottisti, optometristi) raccoglie dati e informazioni con strumenti dedicati, utili al medico oculista per la valutazione conclusiva. La tempistica della visita completa non è assolutamente programmabile in maniera standardizzata e può durare anche un paio d’ore, soprattutto per valutazioni chirurgiche, ove a seconda della patologia, […]

    È sempre necessaria la dilatazione della pupilla durante la visita?

    La dilatazione farmacologica della pupilla serve per controllare in maniera più accurata la parte periferica della retina dell’occhio. Da tenere presente che un esame del fondo dell’occhio senza dilatazione è sempre considerato parziale e non completo. Ad oggi esistono apparecchiature (OPTOS) in grado di fotografare il fondo dell’occhio in maniera accurata e senza dilatare farmacologicamente […]

    Quanto dura l’effetto delle gocce per cicloplegia (dilatazione pupilla)?

    L’effetto delle gocce ha una durata diversa a seconda del collirio impiegato, della reattività individuale, dell’età e del difetto visivo (da un minimo di 3-4 ore, ad un massimo, in rari casi, di 24-48 ore).

    Può essere pericoloso utilizzare le gocce per la dilatazione della pupilla in caso di gravidanza o allattamento?

    In generale i colliri che si utilizzano per dilatare la pupilla sono topici, ma potrebbero entrare in circolo e raggiungere anche il feto. Di solito dopo la 20 esima settimana di gestazione non ci sono rischi per il feto, ma ogni singolo caso viene sempre valutato dall’oculista prima di somministrare qualsiasi tipo di collirio o […]

    È importante togliere le lenti a contatto prima della visita?

    L’azione delle lenti a contatto può alterare la forma della cornea, variandone i parametri e di conseguenza la refrazione del paziente, in maniera più o meno incisiva a seconda del tipo di lenti (morbide, rigide o semirigide).  In base alla motivazione per cui viene richiesta la visita oculistica viene indicato la sospensione di circa 2-3 […]